John Carpenter non è affatto preoccupato per i remake di Halloween o per il fatto che questi possano influire sulla sua eredità. Come riportato da IndieWire, il regista e sceneggiatore statunitense, padre del primo film del franchise con Jamie Lee Curtis, ha quindi spiegato che, fondamentalmente, la cosa più importante per lui è essere pagato per le opere che derivano dalla sua “creatura”.
Il successo di Halloween Ends, uscito nelle sale a metà ottobre, ha riportato Michael Myers e Jamie Lee Curtis sotto i riflettori, ma ha anche fornito ai fan dell’horror l’opportunità di apprezzare nuovamente l’universo nato dalla mente di John Carpenter. Sebbene Carpenter non sia più al timone del franchise (nonostante abbia contribuito, dal punto di vista musicale, a tutti i riavvii di David Gordon Green), molti cinefili lo vedranno sempre come il volto principale della saga slasher che lui stesso ha creato.
In una nuova intervista con Vulture, a John Carpenter è stato chiesto quali fossero i suoi pensieri sull’evoluzione del franchise di Halloween. “Non mi interessa“, ha detto il regista quando gli è stato chiesto dell’eredità della saga. “Davvero non mi interessa“. Ha quindi spiegato che, nonostante abbia creato Michael Myers, non nutre alcun senso di appartenenza nei confronti degli altri film con l’iconico cattivo slasher.
“Il film di Halloween che amo di più è quello che ho fatto io nel 1978, quello che ho diretto“, ha detto, aggiungendo: “Gli altri rappresentano visioni di altre persone. È così che va. Ecco cosa succede quando ti arrendi. Non volevo dirigere i sequel. Non pensavo che fosse rimasta una storia da raccontare“.
John Carpenter ha sottolineato, in ogni caso, il suo apprezzamento soprattutto per i soldi che riceve quando le persone rifanno i suoi film, ammettendo che non passa molto tempo a pensare alla qualità di quei remake. “Ci sono due tipi di remake per me. Uno è dove sono io l’ideatore del materiale. Dove ho scritto io la sceneggiatura. L’altro riguarda un incarico dello studio. Della serie ‘Vogliamo che tu lo faccia’. Se è un incarico dello studio, non mi pagano quando fanno un remake. Posseggono loro il materiale. Se invece ho generato la sceneggiatura, devono pagarmi. Questo è il tipo di sequel che mi piace. Il mio film esiste. Crea il tuo. Vuoi pagarmi un mucchio di dollari? Bene. Divertiti“.
Insomma, una mancanza di sentimentalismo che si estende a tutti i suoi film passato. John Carpenter ha infatti rivelato di avere scarso interesse a tornare indietro per rivedere il proprio lavoro. “Mai. Non voglio vederlo. Quando guardo i miei vecchi film, vedo gli errori e le cose che non ho fatto e comincio a pensare: ‘Cosa sto facendo? Questo è stupido. Perché non l’ho fatto?’ È doloroso. Non voglio farlo, quindi non li guardo“.