Scott Derrickson, regista di Black Phone, ha spiegato cosa ha ispirato il suo nuovo film horror, riportando alla mente una storia vera, ovvero i traumi che hanno caratterizzato il suo passato. Insieme ad Ethan Hawke e Jason Blum, hanno anche discusso del motivo per cui i bambini sono fondamentali per realizzare una buona storia dell’orrore. Il film è arrivato nelle sale italiane giovedì 23 giugno.
Black Phone è il nuovo film della Blumhouse Productions che vede Ethan Hawke nei panni di un rapitore noto come The Grabber. La storia è stata adattata dall’omonimo racconto di Joe Hill e segue un ragazzo di 13 anni di nome Finney (Mason Thames) che viene rapito proprio da The Grabber e rinchiuso nel suo seminterrato. Anche se sembra ormai senza speranza, un telefono dà in qualche modo a Finney la possibilità di parlare con le precedenti vittime di The Grabber, che vogliono quindi aiutare Finney affinché non gli succeda quello che è successo loro. Insomma, Black Phone è una storia horror soprannaturale, ma mira comunque a far credere agli spettatori che almeno una parte della storia rappresenti qualcosa che potrebbe effettivamente accadere nella realtà.
Per Scott Derrickson, il viaggio per portare Black Phone nei cinema è stato molto personale, poiché il film è una combinazione di quanto raccontato da Joe Hill ma anche una rivisitazione degli eventi traumatici che il regista ha subito da bambino. “Ho sempre pensato che sarebbe stato un grande film, ma non sapevo come espanderlo. E la risposta è arrivata dopo un paio d’anni di terapia, affrontando la mia infanzia, la violenza subita e gli eventi traumatici della mia infanzia. Mi è venuta l’idea di combinare le mie esperienze subite crescendo in un quartiere violento e operaio a North Denver alla fine degli anni ’70. Ed è proprio quello che è il film, ovvero una combinazione dei miei ricordi, del mio passato, con quel racconto di Hill“.
Black Phone presenta un cast guidato da bambini. Non è una semplice coincidenza il fatto che i bambini siano spesso al centro delle storie dell’orrore, e uno dei motivi principali alla base di tale scelta è che sono “l’incarnazione dell’innocenza” secondo Jason Blum. Il produttore ha infatti spiegato: “La maggior parte dei bambini nasce bene, senza pregiudizi. Sono esseri perfetti e poi il mondo si avvicina a loro e diventiamo cinici. Ma quando prendi l’innocenza e la minacci, non c’è niente di più straziante. Ed è per questo che vedi così tanti film horror con bambini in pericolo perché, quando un pubblico lo guarda, che tu abbia bambini o meno, è molto straziante ed è molto efficace“.