La sottile linea rossa è un film di Terrence Malick il cui significato del titolo fa riferimento a un verso dello scrittore e poeta Rudyard Kipling che, nel suo poema Tommy, utilizzò questa espressione per evocare l’immagine dei soldati britannici impegnati nello scontro della battaglia di Baklava durante il periodo della guerra in Crimea (1853-1856). Kipling descrisse i soldati come “una sottile linea rossa di eroi” che avanza al ritmo marziale della batteria, consegnandoci uno dei versi più famosi ed evocativi dell’opera poetica dello scrittore.
Fu proprio dal verso di Kipling che lo scrittore e veterano della seconda guerra mondiale James Jones prese il nome per il titolo del suo libro, La sottile linea rossa (1962), ambientato durante i combattimenti in oceano Pacifico a cui lui stesso prese parte. Dal libro all’adattamento cinematografico il passo fu breve, e per ben due volte, una risalente al 1964 ad opera di Andrew Marton, l’altra nel 1998, per mano del regista statunitense Terrence Malick, che con questo suo terzo lungometraggio si aggiudicò l’Orso d’Oro a Berlino nel 1999.
Il film riunisce un pantheon debordante di attori straordinari che pur di comparire nella pellicola si sono accontentati di ruoli secondari (Sean Penn, Goorge Clooney, Adrien Brody, Nick Nolte, Jared Leto, John Travolta per citarne alcuni). Così Malick confeziona un film sulla guerra che non è solo scontro bellico ma anche filosofico, morale ed esistenziale, portato su schermo attraverso la storia del reparto di fucilieri Charlie, cui è stato ordinato di avanzare e conquistare il campo nemico giapponese posto sulla sommità di una collina, immersi in una natura rigogliosa quanto indifferente al dramma umano che esaspera la mancanza di senso con cui i soldati sono costretti a confrontarsi.
Curioso come proprio nello stesso anno dell’uscita di La sottile linea rossa debuttò in sala un altro poderoso film sulla Seconda Guerra Mondiale, Salvate il soldato Ryan, con cui il regista Steven Spielberg vinse l’Oscar per la Miglior Regia. Due lenti registiche diversissime, accomunate dalla rappresentazione dello stesso orrore.