Il film Contact, del 1997, finisce con la dottoressa Ellie Arroway (Jodie Foster) che non riesce a dimostrare con prove reali di aver avuto un primo contatto con gli alieni e per questo chiede di avere fede in lei. La comunità scientifica la deride, ma la gente comune le crede. La sequenza conclusiva mostra come la Casa Bianca nasconda un’effettiva prova del viaggio della scienziata, ma decida di nasconderla e pagarle altre ricerche.
Il film si concentra principalmente sulla dicotomia tra scienza e fede. Durante il corso degli eventi la dottoressa crede solo nei fatti empirici, dimostrabili e reali, mentre il suo fidanzato Joss (Matthew McConaughey) è convinto che esista il destino, che ci sia qualcosa di intangibile che non si può dimostrare, ma che esiste. I due si battibeccano molto sulla questione nel corso della storia, finché la donna non compie un viaggio nello spazio per essere ambasciatrice di un primo contatto con extraterrestri. Appena lascia il pianeta si ritrova a viaggiare per 18 ore lungo varchi spaziotemporali e viene accompagnata nel tragitto da un alieno che prende le sembianze di suo padre per metterla a suo agio. Tornata sulla Terra, scopre che è mancata solo pochi istanti.
La trama del film vuole scontrare due visioni del mondo, quella tra la scienza e la fede, invitando lo spettatore a lasciarsi andare verso ciò che si percepisce e non si conosce, ma per il quale c’è bisogno di credere.
Contact, diretto da Robert Zemeckis, è stato un grande successo al botteghino ed è considerato ad oggi uno degli esponenti sul tema dello studio di vita extraterrestre tra i più coinvolgenti. In molti lo hanno paragonato a Incontri ravvicinati del terzo tipo del 1977 di Steven Spielberg.