In questi ultimi giorni non si parla altro dello spettacolo di Sergei Polunin al Teatro Arcimboldi di Milano. Il ballerino, pro Putin, ha smosso l’opinione pubblica. Anche Giuseppe Sala e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana hanno commentato: “Questo personaggio, ben noto per essere un sostenitore del presidente russo Vladimir Putin – si legge nella lettera di protesta – ha visto più volte i suoi spettacoli cancellati dai teatri di tutta Europa”. “Un personaggio – ricordano gli attivisti – che ha sul petto e sulle spalle tre tatuaggi del dittatore criminale, due dei quali aggiunti questa estate, quando la guerra di aggressione all’Ucraina era già in corso da mesi”.
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Non è mancato il commento sui social anche del Teatro Arcimboldi di Milano: “Pur credendo nella libertà di espressione e nell’apoliticità dell’arte, la direzione del #TeatroArcimboldiMilano in questi giorni sta lavorando alla sospensione delle repliche del balletto Rasputin – Dance drama, con il danzatore Sergei Polunin, annunciato in cartellone dal dicembre 2019. TAM ha sempre espresso la sua condanna alla guerra ospitando il Gala di danza per la Pace con artisti ucraini (aprile ’22) e il collettivo Pussy Riot (sett. ’22). Nuove comunicazioni – conclude il post del Tam – saranno rilasciate nei prossimi giorni”.
Lo spettacolo sarebbe dovuto andare in scena il 28 e il 29 gennaio ma dopo una serie di proteste e appelli su Charge.org la decisione potrebbe arrivare a breve. Annullare lo spettacolo però non è così semplice. Il direttore del teatro aveva rifiutato l’ipotesi di un annullamento per diverse ragioni: “Lo spettacolo era programmato dal 2019, poi è stato spostato più volte, anche a causa di infortuni del ballerino. Ma ora abbiamo una sala di biglietti venduti, e per rispetto di chi li ha comprati confermeremmo. Anche il cachet di Polunin è già stato versato, sarebbe un disastro abdicare“.