Quentin Tarantino ha parlato del futuro del cinema, dichiarando che, secondo lui, le piccole sale “prospereranno“, mentre le grandi catene falliranno. Il regista ha ammesso di non riconoscere più l’industria cinematografica e si è anche chiesto se un film Netflix possa davvero contare come un “film” o se lo streaming lo renda in qualche modo una sorta di show televisivo.
Come riportato da IndieWire, l’autore di C’era una volta a Hollywood si è aperto sullo stato del cinema durante la tappa di New York del suo tour per promuovere il libro Cinema Speculation. Durante una conversazione con il moderatore Elvis Mitchell al The Town Hall, Quentin Tarantino ha riflettuto sul fatto che i prossimi quattro anni saranno fondamentali per la sopravvivenza delle sale cinematografiche, ipotizzando che mentre i cinema più piccoli “prospereranno“, le catene più grandi falliranno. Ricordiamo che il regista possiede lo storico New Beverly di Los Angeles.
Un film Netflix conta come un “film”, ha chiesto Tarantino, o è considerato uno show televisivo di qualche tipo, a causa della qualità dello streaming? “Cos’è il cinema?” si è quindi chiesto di fronte a Elvis Mitchell, il cui documentario Is That Black Enough For You?!? è ora in streaming proprio su Netflix.
Nel 2022, Quentin Tarantino ha lanciato un podcast di Video Archives con il co-sceneggiatore di Pulp Fiction Roger Avary, per rivisitare gli amati nastri VHS nell’era moderna, apparentemente come un rimprovero allo streaming. Nel podcast, ha recentemente affermato che l’era attuale del cinema è legata agli anni ’50 e ’80 per essere “la peggiore nella storia di Hollywood“. “Anche se gli anni ’80 sono stati il periodo in cui probabilmente ho visto più film nella mia vita, sento che il cinema degli anni ’80 sia, insieme a quello degli anni ’50, il peggior nella storia di Hollywood“, ha detto Tarantino, aggiungendo: “Eguagliato solo dall’era attuale!“.
Infine, in un’intervista nel podcast The Reel One di ScreenCrush nel 2021, ha definito l’ascesa dello streaming “deprimente“, aggiungendo: “Sono contento di lavorare con Sony, che non si occupa di questo. Non hanno seguito quella strada. Mi fa davvero pensare al 2019, quando siamo usciti con C’era una volta a Hollywood. Io e Joker e 1917, era come se fossimo uccelli appena volati attraverso una finestra proprio mentre la finestra si stava chiudendo di colpo. E praticamente ci siamo fatti prendere le penne della coda dallo schianto. Ma siamo usciti appena in tempo“.