Se un Capitan America è in grado di mettere sotto analisi le criticità della società americana, cosa potrebbe accadere se avessimo addirittura due Cap? Due Sentinelle, una della libertà e una della verità, entrambe votate a trovare il meglio nel popolo statunitense, costringendolo a confrontarsi con le proprie ombre.
Se Steve Rogers ha svolto per decenni questo ruolo, per Sam Wilson questo compito è il culmine di una lunga evoluzione. Una presa di coscienza maturata per lungo tempo all’ombra di Rogers, di cui è stato la spalla come Falcon, ma di cui ha ereditato per qualche tempo il titolo, salvo poi, addirittura, condividerlo.
L’eroe delle minoranze
Per comprendere come Sam Wilson sia degno di portare lo Scudo, andrebbe ricordata la sua genesi. Sam è frutto della visione di Stan Lee, sempre attento a intercettare le tensioni sociali per creare nuovi personaggi che se ne facessero interpreti. Se i primi anni del Marvel Universe consentivano di creare figure tradizionali come i Fantastici Quattro, l’evolversi della società americana richiedeva uno sguardo attento.
A questa esigenza interna degli Stati Uniti, segnati dalla lotta per i diritti civili, si aggiunse il controverso intervento americano nella guerra del Vietnam. Questo conflitto divenne argomento di acceso dibattito sociale, arrivando anche nei fumetti Marvel.
Nel 1968, ad esempio, in Daredevil #47, Brother, take my hand, dove Mart Murdock affronta i temi della guerra e dei diritti civili nella sua doppia veste di avvocato e di Diavolo Custode. La storia, scritta da Stan Lee e illustrata da Gene Colan, affronta un momento delicato della società americana, inserendolo nell’ambiente urbano dei fumetti Marvel.
La loro esperienza potrebbe averli spinti a notare l’assenza di una figura di spicco nel pantheon supereroico che potesse rappresentare un giovane lettore afroamericano. Colan colse questa mancanza e avanzò una proposta al suo editor al riguardo.
Alla fine degli anni Sessanta, quando le notizie sulla Guerra del Vietnam e sulle proteste per i diritti civili erano all’ordine del giorno, Stan, che cercava sempre di essere sul pezzo, iniziò a introdurre questi temi all’interno dei comics. Uno di passi più evidenti in tal senso fu in Captain America. Io adoravo disegnare persone di ogni tipo, ho disegnato ogni tipo di personaggio che potevo inserire nelle tavole e amavo disegnare le persone di color. Ho sempre trovare i loro lineamenti interessanti, per come così tanta della loro forza, dello spirito e saggezza apparisse sui loro volti. Così, mi pare di ricordare, ho avvicinato Stan proponendogli l’idea di creare un personaggio afroamericano e lui colse l’occasione… Lessi diversi giornali afroamericani, e li utilizzai come fonte di ispirazione per dare vita a Falcon
La spalla di Cap
L’intuizione di Colan porta ad affiancare al simbolo del Sogno Americano una spalla che possa guardare alla sempre più attiva comunità afroamericana. In Captain America 177 (1963) fa quindi il suo esordio Sam Wilson, assistente sociale di Harlem che rimane coinvolto da un intrigo internazionale.
Nella prima vita editoriale di Sam Wilson, si nota una profonda influenza della quotidianità americana del periodo nei fumetti Marvel. L’idealizzazione crescente degli “stati canaglia” come avversari di Washington si riflette nel dominio dell’isola da parte di Teschio Rosso, con Capitan America a simboleggiare l’interventismo americano. La presenza di Rogers sull’isola può essere vista come un parallelo con la prassi di inviare consulenti militari a sostenere ribellioni locali contro governi non favorevoli, un approccio che sarebbe diventato comune nel decennio successivo.
La genesi di Sam Wilson offre una dimensione sociale significativa alla creazione del personaggio. La sua origine come cittadino di Harlem, storicamente considerato un ghetto per la popolazione afroamericana e centro della cultura afroamericana, insieme al suo impegno civile come assistente sociale, lo radica profondamente nella comunità e nei temi quotidiani.
Da spalla a protagonista
Questa concezione illuminata ha reso Falcon un personaggio molto apprezzato dai lettori afroamericani. La dinamica tra Falcon e Capitan America offre due prospettive diverse nelle storie della Sentinella della Libertà, anticipando le meccaniche dei successivi buddy movie d’azione.
La sinergia fra i due è talmente forte che Marvel Comics ha deciso di celebrare la crescente popolarità di Falcon promuovendolo da spalla a protagonista, dando vita alla serie Captain America and the Falcon a partire dal numero 134.
Una popolarità che culmina quando Sam eredita lo Scudo di Captain America, diventando protagonista di un run di rottura gestita da Nick Spencer, Captain America: Sam Wilson. Spencer colloca Wilson al centro di una narrazione con forte connotazione sociale, affrontando il razzismo e altre critiche sociali.
L’introduzione di Joaquin Torres, trasformato in un ibrido uomo-volatile per un esperimento, permette a Wilson di evolversi definitivamente da spalla a eroe autonomo, assumendo anche il ruolo di mentore e rendendo Joaquin il nuovo Falcon. Un rapporto che viene abilmente utilizzato per trattare nei comics marveliani temi di scottante attualità.
Sentinella della Verità
Se è vero che Steve Rogers è il Capitan America morale, la Sentinella del Sogno, spetta a Sam Wilson essere il Cap che si fa voce delle minoranze, il vero megafono contro razzismo e altre ombre della società americana. Non è un caso che prenda in mano lo Scudo per la prima volta in un periodo in cui l’America sembra dimenticare l’idea di integrazione, occasione che consente a Spencer di ritrarre un contesto comunitario in cui si rivedono derive violente sin troppo realistiche.
Sam Wilson diventa il Cap della verità, non a caso la sua recente run è proprio battezzata Sentinel of Truth. Una verità scomoda, che tocca temi di grande attualità come l’immigrazione clandestina, o il rapporto tra la comunità afroamericana e il resto della nazione. Sempre calato all’interno della dimensione fumettistica, fedele alla sua natura di personaggio di critica, strumento analitico perfetto per mettere a nudo le menzogne di una società, una vera Sentinella della Verità.
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