Per passare qualche momento di allegria su Internet vi consigliamo I diari dei bambini, una pagina Instagram da non perdere. Nei post sono stati caricati, con il consenso degli ‘autori’, anche pezzi di compiti, letterine e biglietti. I titolari della pagina mettono le mani avanti: i contenuti non sono politically correct, perché riflettono i pensiero dei bambini (o adolescenti).
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Il divertente lavoro degli autori della pagina I diari dei bambini, ricorda quello di Marcello D’Orta, il maestro che mise insieme sessanta temi dei suoi alunni nel libro Io Speriamo che me la cavo, che diventò prima un successo letterario, e poi cinematografico, con la trasposizione sul grande schermo del film con Paolo Villaggio. Sul profilo Instagram sono pubblicati una serie di divertentissimi post, tutti nati dall’ingenua fantasia dei bambini.
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In una pagina del suo diario, una bambina confessa di aver falsificato la giustifica ad un suo compagno di classe, ma ora è spaventata perché “ho paura che mi sospendono e mamma e papà vanno in PRIGIONE! NON VOGLIO!“. Un’altra rivela di aver mentito sulla sua cotta “Io ho detto a tutti che a me non mi piace più Vincenzo ma mi piace ancora“. In un diario del giugno 2010, una ragazzina confessa la sua cotta per Justin Bieber: “è il cantante + bravo e carino del mondo: il suo colore preferito è il viola ma gli piace anche il giallo“. Ma dopo qualche mese, nel maggio del 2011, c’è un clamoroso update: “Non mi piace più ora lui mi fa SKIFO“.
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Tra i più simpatici che quello di una bambina che, rispondendo alla domanda “Racconta di quella volta che, a scuola, non osservasti una regola” scrive Una volta non osservai una regola.
Ero in classe di italiano: dovevo andare in bagno e la maestra non c’era. Non c’era nessuno neanche alla lavagna. Io allora, piano piano, andai in bagno. Poi ritornai in classe facendo finta di niente. E la maestra non si è mai accorta di nulla. Io non osservai una regola perché nella mia scuola, per spostarsi, bisogna chiedere il permesso: ma io sono anche giustificata: non ce la facevo più!”
Chiudiamo con “La barzelletta migliore che hai mai sentito“, domanda difficile a cui il bambino dà una risposta degna de Il Bagaglino. “Un muto dice a un sordo: Attento! C’è un cieco che ci guarda“.
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