Emis Killa, nome d’arte di Emiliano Rudolf Giambelli, ha annunciato il ritiro dal Festival di Sanremo nel primo pomeriggio del 29 gennaio tramite una storia su Instagram. La decisione è arrivata a seguito della notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta Doppia Curva, che ha già portato all’azzeramento delle curve di Inter e Milan e all’arresto di diversi esponenti del mondo ultrà. L’artista, che avrebbe dovuto gareggiare con il brano Demoni e duettare con il primo violino della Scala Laura Marzadori, ha dichiarato di volersi fare da parte per non alimentare polemiche e lasciare che la giustizia faccia il suo corso.
Nel suo messaggio di addio al Festival, Emis Killa ha espresso rammarico per la situazione, sottolineando che avrebbe voluto vivere questa esperienza concentrandosi solo sulla musica. Ha ringraziato il direttore artistico Carlo Conti per l’opportunità ricevuta, ma ha ribadito che, data la situazione, riteneva più opportuno ritirarsi. Ha infine auspicato di poter partecipare in futuro a Sanremo in un contesto più sereno, libero da polemiche e controversie. Non si tratta nemmeno del primo scandalo legato al festival se mettiamo in conto le critiche mosse alla direzione per la scelta di includere Tony Effe o della possibilità che non verrà più mandato in onda sulla Rai dal 2026 in poi.

Tramite ANSA sappiamo che l’inchiesta della Procura di Milano ha messo in luce presunti legami tra Emis Killa e figure di spicco della criminalità organizzata legata al tifo estremo. Gli investigatori segnalano la sua vicinanza a Luca Lucci, leader della Curva Sud milanista, arrestato per reati legati al narcotraffico e al tentato omicidio, e a Fabiano Capuzzo, con cui è socio nella barberia Italian Ink a Monza. Secondo le ricostruzioni, il rapper avrebbe assistito a episodi di violenza negli stadi e partecipato attivamente a un pestaggio ai danni di uno steward durante la partita Milan-Roma dell’11 aprile 2024.
Oltre all’indagine per associazione a delinquere, Emis Killa è stato colpito da un Daspo di tre anni che gli impedisce di accedere agli eventi sportivi. La decisione delle autorità è stata motivata anche dal ritrovamento, nella sua abitazione a Vimercate, di un arsenale composto da sette coltelli, un manganello telescopico, tre tirapugni, uno sfollagente e uno storditore elettrico, oltre a 40.000 euro in contanti. La sua vicinanza a esponenti della criminalità organizzata è stata ulteriormente confermata da fotografie e frequentazioni con personaggi legati alle cosche calabresi.